Inizia
13 Luglio 2020
Finisce
11 Ottobre 2020
Non Riservato presenta AIR-Atiste in Residence un programma di residenze per l’estate/autunno 2020.
Dal 16 luglio all’11 ottobre 2020 si sussegue un calendario di residenze, che vedrà ospitare 16 giovani artisti soli o in coppia, in collaborazione con la Cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Vittorio Corsini, in occasione della sua mostra Light Mood.
Le residenze si concluderanno con una mostra collettiva finale.
Tutti i progetti degli artisti in residenza sono fruibili su AUDIO CITY MAP, una mappatura artistica della città di Milano.
soluzione o risposta della frase. Ogni sera la vetrina verrà pulita.
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Data la condizione attuale che impone un cambiamento nella fruizione diretta dell’opera d’arte e in senso più generale nel rapporto tra soggetto e oggetto, proponiamo una ricerca volta a indagare la relazione tra la materia virtuale e quella reale. Vorremmo quindi inserire nel nostro progetto di residenza l’utilizzo della stampante 3D a filamento, non solo come mero strumento ma rendendola parte integrante del processo creativo.
Ho intenzione di portare avanti una ricerca attraverso percorsi casuali nell’area circostante via Paisiello 5 a piedi o in bici nel tentativo di collegare un punto interno, quello che sarà il mio punto 0, con le infinite possibilità di incontro con l’esterno. Il Territorio si configura così come una esplorazione in movimento, come un insieme di percorsi che chiamano ad essere esplorati e vissuti per poi essere fissati nella materia tramite ricostruzioni di mappe di movimento. Un incontro con il territorio e lo spazio non inteso come un singolo punto ma come un tessuto di percorsi vissuti.
“###” Zhu Yaning, installazione multimediale
Pertanto, abbiamo almeno una doppia prospettiva quando discutiamo di questo argomento: vedere la superficie reale delle cose e le metafore sottostanti e collegare le vecchie scene in memoria attraverso nuovi contesti. Dal materiale e dal contenuto di questo lavoro al senso storico del tempo trasmesso dal significato, l’effetto a cascata di immagini e contenuti diversi, con la decostruzione della decostruzione e la riorganizzazione del cubismo, sovrapponendo navette nel tempo e nello spazio. Usando strati di strutture
come specchi, luci, tende, ecc., Per mappare il rilascio dell’identità individuale dell’individuo nel collettivo e provare a liberare questo potenziale potere.
Tentiamo allora di ricordare quel lampo che accecandoci ardentemente, ha permesso ai nostri occhi di vedere qualcosa, le cui fattezze, consentono di sbiadirne i limiti consacrati.
Il Progetto per la residenza, consiste nel realizzare una produzione di lavori nati da immagini scaturite dalla lettura di poesie. Gli interventi potranno riguardare l’utilizzo delle vetrine e dell’interno spazio espositivo.
Quelli che Alain Berthoz chiama vicariance «sono i mondi che l’uomo inventa nella realtà della vita quotidiana, trasformandola secondo i propri desideri. Sono i mondi che l’immaginazione plasma nei romanzi e nell’invenzione narrativa. Sono anche i mondi cui possiamo accedere con le moderne tecniche di imaging, e sono i mondi immaginari detti virtuali(…)In questi mondi si possono interpretare delle sceneggiature per anticipare il futuro, e anche per far sì che esso si realizzi. Grazie a questa digressione attraverso l’irreale, il cervello diventa non solo un simulatore, un emulatore, ma anche un interprete, un creatore.»
La mia proposta per Non Riservato è quella di ridisegnare l’interno dello spazio espositivo, tramite dei software di modellazione 2D e 3D.
In questi disegni virtuali però, modificherò lo spazio visibile aldilà delle due vetrate. Al posto di via Giovanni Paisiello, ci sarà uno scenario naturale, che trasporterà virtualmente lo spazio espositivo in un luogo altro, incontaminato e lontano dalla città.
Il disegno verrà realizzato tramite un computer che sarà collegato ad un secondo schermo rivolto verso le vetrate che si affacciano sulla strada. In questo modo lo spazio in questione prenderà vita su due schermi e il processo creativo sarà democraticamente condiviso con chiunque voglia assistervi.
Ci terrei inoltre a lasciare alcuni libri a disposizione di chiunque volesse sfogliarli.
La quarantena è stato un periodo difficile e inaspettato che ha segnato un cambio di punto di vista e una nuova consapevolezza di sé stessi.
La riapertura è invece un ritorno a quella famosa “normalità” tanto messa discussione in questi mesi.
Questo momento, la residenza, evidenzia entrambe le dinamiche che abbiamo vissuto.
Dall’essere fermi e vicini a sé stessi all’essere dinamici e equidistanti dagli altri.
Take a day – metropolitan performances
“Take a day” è il titolo di una serie di opere che partono dall’appropriazione dell’ambiente urbano, dalla riflessione sul rapporto con la città, con gli spazi pubblici e privati, con il collettivo e l’intimità.
“Take a day”, prendi un giorno, è un format creato nell’ottobre del 2020, non ha una data di fine, né una durata precisa, quel che take a day mantiene nel corso delle varie esposizioni è la voglia di ridisegnare i confini del nostro rapportarci con l’esterno.
“Take a day“ prende vita nella realtà e nello spazio digitale di un blog, oggetti del quotidiano, dell’ambiente urbano e di quello privato vengono suonati, successivamente vengono imballati da pluriball e digitalizzati attraverso la creazione di un qr code direttamente collegato al blog.
Per la residenza Non Riservata Take a day si concentra su sei oggetti trovati nell’ambiente metropolitano del quartiere di Loreto, i sei oggetti scelti sono; un’altalena, un panettone di cemento, una cabina telefonica, un distributore 24h, dei campanelli di biciclette e un dissuasore di sosta in metallo che prendono vita durante la settimana di residenza.
Le distanze prima percepite, ora divengono tangibili e l’essere umano in questo non può che sentirne il disagio e i limiti di una condizione innaturale.
Questa residenza pone come sfida il superamento delle distanze e il raggiungimento di una comunicazione che possa rispondere alle esigenze primordiali dell’uomo.
Servirsi di diverse forme di comunicazione per sviluppare un linguaggio visivo che possa riconnettere le persone e portarle a toccarsi senza più dover temere un contagio.
La mia permanenza in “NonRiservato” porterà il nome di “Convivium”, dedito alla celebrazione del banchetto, alla condivisione dello spazio con Adina Bettega e gli spettatori tutti.
Lo spazio è qua posto a soddisfare le esigenze emerse in questo periodo, interpretandolo sí come uno spazio espositivo di condivisione, ma soprattutto come Atelier, in cui il pensiero creativo emerge ed ha luogo di esistere.
La nostra intenzione è quella di proseguire con questa poetica realizzando un progetto più performativo adatto al luogo scelto.
La nostra intenzione dunque è quella di cercare di cogliere attraverso questo progetto di residenza i dettagli che incontreremo durante l’esperienza nel quartiere usandoli come fondamenta per un processo creativo aperto.
Non sarà centrale solo la questione dello spazio come gli angoli delle strade e i suoni della città, ma anche quella del tempo intesa come dimensione scandita dalla vita stessa del quartiere e dei suoi abitanti. Fondamentale per noi sarà il porci con disponibilità verso l’accadere e il manifestarsi della quotidianità, cogliendo in questo progetto la possibilità di stare accanto alle persone che incontreremo nel quartiere.